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venerdì 22 maggio 2015

Week end alla scoperta della Maremma


Chi poteva immaginare di trovare dei posti così spettacolari a poca distanza dal caos di Roma?

Il nostro itinerario all'insegna del relax, natura e primo assaggio d'estate inizia da 
Saturnia.
Seguendo la Roma - Civitavecchia abbiamo poi svoltato per una strada stupenda circondata da colline verdi... E raggiunta la nostra prima meta.
Siamo arrivati vs le 18 al b&b le Ginestre vicino Montemerano. Intorno a noi il silenzio e immensi prati, ma la cosa più bella è stato il profumo della campagna! 
Maggio è un mese perfetto per scoprire posti come questo, temperatura piacevole e non ci sono insetti fastidiosi. 

Abbiamo poggiato in camera le valigie e alla svelta ci siamo messi i costumi: direzione terme di Saturnia! A solo 10 min di strada troviamo le cascate del mulino, ovvero le terme naturali. 
Parcheggiamo l'auto e fortunatamente quasi tutti vanno via...abbiamo scelto l'orario del tramonto e quindi ci godiamo 2 ore di pace immersi nella natura! Che spettacolo..ancora esistono posti così gratuiti!!! 

Usciamo quando iniziano a spuntare le stelle e nell'ombra della pineta vediamo solo lucciole. Per le nove e mezza siamo arrivati a Montemerano e siamo stati a cena in questo paesino incantevole. 

Torniamo a dormire...
Il giorno dopo splende ancora il sole, facciamo colazione con calma e ci fermiamo un pó di tempo per comprare vino e olio prodotti sul posto. 
Andiamo poi a visitare Pitigliano e anche qui rimaniamo stupiti di quanto sia caratteristico questo borgo, anzi se non ricordo male il comune ha partecipato al concorso delle falde del Kilimangiaro " i borghi più belli".


Facciamo un giro e scopriamo dei negozietti particolari..un negozio vintage con bei pezzi da collezione (anche prezzi da collezione..) , degli scorci sul panorama e un negozio di ceramiche che ci attira particolarmente.
La signora del negozio ci spiega infatti che si tratta della tecnica raku e che nel negozio sono esposti tutti pezzi di artigiani che hanno imparato da una stessa maestra.

Per la pausa pranzo scegliamo un posto molto originale. La prima intenzione era fare un barbecue, ma non c'erano zone autorizzate vicino. Abbiamo preso delle schiacciatine con prosciutto e siamo andati lungo una delle vie delle cave di tufo che si trovano al di sotto del paese.ci siamo incamminati lungo il sentiero delle cascate fino a raggiungere la cascata del Londini.

  Dopo siamo partiti in direzione porto ercole, monte argentario, dove avevamo prenotato la nostra seconda notte.
Lungo la strada ci fermiamo a vedere Magliano e Manciano, borghi medievali anche questi belli, ma non paragonabili agli altri due visti. 

Al tramonto raggiungiamo porto ercole, giusto il tempo di una doccia e usciamo alla ricerca di un romantico ristorantino in riva al mare.

Romanticooooo?? La zona era invasa da pirati!! Tutti i balconi con bandiere nere, milioni di persone travestite da pirati, galeoni, banda musicale....

A mezzanotte inizia la caccia al tesoro...e li ci siamo divertiti tantissimo! Avevamo voglia di tornare adolescenti per partecipare!!

Siamo riusciti a fare veramente tardi, ma nonostante questo ci siamo svegliati molto presto. Abbiamo chiesto in giro quali erano le spiagge consigliate, ma trattandosi di una domenica di inizio maggio con poca folla e dovendo rientrare a Roma in serata, siamo rimasti in zona.
Subito dopo Porto Ercole ci siamo fermati a Cala Vista..lascio parlare le foto. Che voglia di estate! 
È stata una bellissima giornata...ma mancano ancora 2 tappe: 
1) ci siamo fermati ad Orbetello per un caffè. Non ci è piaciuta tanto perché artisticamente non c'è molto, però c'è un bel corso con negozi pieno di gente ed è abbastanza vivo come centro.
2) ultima tappa consigliatisisma a Capalbio. Forse tra tutti il borgo più bello!! Qui abbiamo cenato un'ottima fiorentina e un calice di vino... 

Così si è concluso un weekend davvero magico a due passi da casa! 
Per qualsiasi consiglio scrivetemi!!!

Ciao a tutti

giovedì 21 maggio 2015

Carciofi alla romana come al ristorante

Questa più che una ricetta è la tecnica per fare i veri carciofi alla romana, spiegata dalla cuoca di una ottima trattoria romana. 


La prima cosa é comprare dei carciofi di ottima qualità, quelli molto grandi e senza spine che costano un bel po' (ca. 1€ al pezzo).
I carciofi vanno puliti togliendo poche foglie esterne,  tagliando le punte e svuotando bene la parte interna. Anche il gambo va leggermente pulito.
dopo i carciofi vanno un po sbattuti per farli aprire bene e poi vengono messi a bagno per un paio di ore con acqua e aceto.

Poi bisogna sciacquare e riempire il carciofo di olio, mettere in una pentola a testa in giù con un filo di acqua e cuocere con coperchio. A metà cottura aggiungere sale e pepe e a piacere anche uno spicchio di aglio.
Per controllare la cottura provare con una forchetta se sono ammorbiditi abbastanza.
Saranno squisiti...delicati e che si sciolgono in bocca!

venerdì 8 maggio 2015

Chi ha inventato il vino?

Dopo aver gustato una squisita dose di morellino di scansano, oltre che una ottima cena nel cuore della maremma, ci siamo chiesti chi fosse l'inventore del vino. 
La risposta trovata su yahoo è stata molto carina, soprattutto per quello che si racconta degli elefanti...ma vi lascio curiosare....

Le origini della vite e del vino La vite da vino (Vitis vinifera L.) è il prodotto di una lunga selezione per opera dell'uomo. La scoperta delle bevande fermentate originò probabilmente dall'ingestione di frutti fermentati, in fase di marcescenza, ricchi in alcol. Questa scoperta non è specifica umana, poiché si conoscono diversi casi di animali - ad esempio gli elefanti - che ricercano intenzionalmente le proprietà inebrianti dei frutti caduti a terra e in fermentazione. Circa l'origine della vite, l'ipotesi più accreditata vede il centro originario della sua domesticazione in Asia Minore e in Transcaucasia, dove la pianta fu selezionata a partire dall'8000 a.C. La coltivazione della vite è datata fra il 6000 e il 4000 a.C. nelle regioni montuose del Mar Nero e del Mar Caspio (Unwin, 1993). Gli Assiro-Babilonesi riconoscevano e adoravano una divinità della vite, Geshtin o Geshtin-an-na. In alcune tavolette di Ur, datate al 2400 a.C., il vino è elencato fra le provviste del tempio. Ma in questo tipo di fonti letterarie templari spesso non è possibile stabilire con certezza se si tratti di vini prodotti dalla vite o da altri frutti (Bootéro, 1995; Reade, 1995). Da alcune tavolette di Lagash e di Ur, anch'esse datate attorno al 2500 a.C., si hanno più precise indicazioni del fatto che le viti erano coltivate in piccoli vigneti irrigati, di frequente all'interno dei complessi templari. In Egitto il vino era utilizzato per scopi sociali e religiosi sin dal 2000 a.C., un fatto documentato nei papiri e nelle pitture tombali (James, 1996).